Maschere antipolvere
E le varie tipologie

LPS Sabbiature

La sicurezza sul lavoro e l’attenzione ai pericoli in questo ambito è un concetto, anche se non sembra, molto antico. Anche gli antichi romani che avevano delle norme ben precise sui diritti e doveri del lavoratore avevano attenzioni anche alla sicurezza e salute nel luogo di lavoro. Intorno al 1500 si cominciò anche a parlare delle malattie protratte nelle miniere metallifere. Nel 1700 il professore Bernardino Ramazzini docente nelle Università di Modena e Padova indica in oltre 40 le malattie legate alle professioni artigianali e non solo.
Con la rivoluzione industriale, negli ultimi anni del 1800 si scrissero le prime leggi che regolavano le attività lavorative e l’impiego della manodopera dei bambini. Si introdusse l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Nel nostro Paese la produzione legislativa sulla sicurezza iniziò nei primi anni del 1900 insieme al Codice Penale del 1930, al Codice Civile del 1942 e alla Costituzione nel 1948.

La sicurezza sul lavoro e le maschere antipolvere


Parlando di sicurezza sul lavoro non possiamo non parlare delle maschere antipolvere a protezione degli occhi, del naso e della bocca.
Le maschere antipolvere si dividono nella classe FFP e classe P. Nella classe FFP ci sono quelle maschere che proteggono dal fumo, dallo smog e dalle particelle invisibili, sono monouso con o senza valvola per la respirazione. Nella classe P troviamo maschere integrali e non integrali riutilizzabili contro i gas. Ma vi sono anche maschere specifiche per sostanza particolari.

Le maschere antipolvere monouso sono i modelli FFP e come detto, sono sia rigidi che morbidi, i modelli più rigidi dispongono di una barretta metallica all’altezza del naso, per fare aderire meglio la maschera, mentre i modelli più morbidi sono pieghevoli, più facili da indossare e meno pesanti, si possono usare per più tempo riducendo il fastidio. Ci sono anche modelli con valvola che elimina la condensa e aiuta la respirazione.

La differenziazione dei livelli di protezione


Le FFP1 con il loro livello di protezione più basso sono usate per bloccare circa il 70% delle particelle di polvere fine, consigliate in ambienti di lavoro nei quali si ha una concentrazione di polvere generata per esempio dalla lavorazione del legno, ma anche nelle attività più disparate come il giardinaggio o nei lavori di muratura e per il fai da te.

Le FFP2 filtrano oltre il 90% delle polveri e proteggono soprattutto dalle muffe, virus batteri. Si utilizzano in ambito sanitario, nello smaltimento dei rifiuti, ma non possono garantire protezione dalle polveri sottili e dai pollini e dall’eventuale smog.

Le maschere antipolvere FFP3, filtrano al 99% le particelle tossiche che possiamo incontrare nell’aria, vengono usate nei laboratori medici, ospedali in quanto bloccano virus e batteri.

Le maschere antipolvere di tipo riutilizzabile possono essere fatte con vari tipi di materiale e sono utili por la protezione dalla polvere, dagli odori e in genere da particelle visibili. Sono lavabili e riutilizzabili più volte.

Quelle utilizzate per usi prettamente professionali sono abbastanza grandi e pesanti una volta indossate, con filtri antipolvere e offrono specifiche protezioni.
Le classi di queste maschere antipolvere sono la P1 che trattiene la polvere e le particele di natura solida. La classe P2 che proteggono dai gas e la classe P3 usata in ambienti molto tossici a contatto con sostanze come l’uranio, nichel etc.

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