Dimensionamento e selezione dei filtri
Per impianti di aspirazione nei reparti di sabbiatura

LPS Sabbiature

La scelta e il corretto dimensionamento dei filtri per un impianto di aspirazione in reparto di sabbiatura non è un “catalogo-shopping”: è un progetto ingegneristico che parte dalle caratteristiche della polvere e termina nelle procedure di sicurezza, manutenzione e conformità.

Prima regola: capisci la polvere (e il materiale che raccogli)


Il primo input per qualsiasi scelta è la polvere che il sistema dovrà trattare:
• Granulometria e distribuzione dimensionale (fini < 10 μm vs grossolani > 50 μm): i filtri cartridge e HEPA sono pensati per catturare particelle fini; i cicloni e preseparatori rimuovono i grossi.
• Abrasività (graniglia di acciaio, corindone, silice): polveri abrasive consumano il primo livello di filtrazione; servono media robusti o uno stadio pre-separazione.
• Igroscopicità / umidità — polveri umide tendono a impaccare i media; servono media idrofobici o sistemi di deumidificazione.
• Combustibilità / metallicità: polveri metalliche (alluminio, zinco, magnesio) possono essere combustibili o richiedere misure antiesplosione.
Questi fattori definiscono se servono: cyclone o separatore primario, sacchi (baghouse) o cartucce, media con coating PTFE, e se è obbligatorio adottare misure secondo NFPA/OSHA per polveri combustibili.

Architettura tipica: stadio di pre-separazione + stadio di filtrazione + terminale HEPA
Una configurazione efficace per la sabbiatura spesso è composta da:
1. Preseparator (cyclone / inertia separator): rimuove la frazione grossolana (> ~10–50 µm), riducendo carico abrasivo sul filtro principale.
2. Stadio principale (baghouse o cartridge collector): qui avviene la maggior parte della cattura: baghouse (sacchi) per carichi pesanti; cartridge per polveri fini e spazio ridotto.
3. Terminale assoluto (HEPA H13/H14): indispensabile se l’aria filtrata deve essere reimmessa nell’ambiente o quando la tolleranza di emissione è molto bassa; in questi casi il filtro finale deve essere certificato secondo EN 1822.
Questa gerarchia riduce costi operativi (meno consumo medio nel filtro principale) e protegge il terminale HEPA (più costoso).

Air-to-cloth (o air-to-media): il parametro chiave per dimensionare


Il rapporto aria/area filtrante è la misura che permette di stimare quanto media serve per una data portata d’aria. Si calcola come:
air-to-cloth = portata aria (m³/min) ÷ area filtrante (m²)
Valori usati in pratica variano in funzione della tecnologia e della natura della polvere: per baghouse tradizionali si trovano range guida che vanno in pratica da ~1,5 fino a 3,5–4 m³/min·m⁻² (o, in altri schemi, 1.5–3.5 m/min come velocità di filtrazione) a seconda di pulizia e carico; per pulse-jet (pulizia ad impulsi) si possono usare valori più alti rispetto a shaker/reverse-air grazie alla pulizia continua, ma questo comporta consumi energetici maggiori e ΔP operative superiori. Per questo non esiste un valore unico: il dimensionamento va tarato sul materiale, sulla modalità di pulizia e sull’obiettivo di vita utile del filtro.

Regola pratica: per sabbiatura con polveri abrasive e carico elevato partire da air-to-cloth conservativi (area maggiore) per allungare vita filtro; per polveri fini e pulite si può ridurre area (cartridge con media efficiente).

Scelta del tipo di filtro: baghouse vs cartridge (e quando usare HEPA)


• Baghouse (sacchi tessili): preferibile con elevato carico massico, temperature moderate-alte e per polveri grossolane/abrasive. Diverse tipologie di tessuto (poliestere, aramide, fibra di vetro) e coating (PTFE, silicone) migliorano resistenza e capacità di rilascio polvere.
• Cartridge (filtri pleated): ottimi per polveri sottili, spazi ristretti, alta efficienza iniziale; più costosi ma con elevata efficienza superficiale e facile gestione. Alcuni modelli hanno membrane PTFE per resistere a umidità e carichi adesivi.
• HEPA terminale (H13/H14): obbligatorio se l’aria pulita deve tornare in reparto o se il capitolato impone limiti stringenti alle emissioni (EN 1822). Non è pensato come primo stadio per sabbiatura (si intasa rapidamente se usato senza prefiltri).

Pulizia dei filtri: pulse-jet, shaker, reverse-air: quale scegliere?


• Pulse-jet (a impulsi d’aria compressa) è lo standard per molte applicazioni di sabbiatura perché permette pulizia in servizio e quindi rapporto aria/area più elevato e dimensioni compatte; richiede però aria compressa dedicata e una logica di controllo ottimizzata. Le regolazioni tipiche del ciclo di pulizia (frequenza, durata impulso) vanno tarate per mantenere ΔP operative costanti (vedi punto successivo).
• Shaker / reverse-air sono soluzioni più semplici per grandi sacchi e carichi massicci ma richiedono arresti parziali o sezioni off-line per pulizia. Utile su polveri pesanti non adesive.

Pressione differenziale (ΔP) e segnali operativi: come monitorare la vita filtro


Il monitoraggio della differenza di pressione tra lato sporco e lato pulito è il modo operativo per decidere pulizia e sostituzione. Valori di riferimento (indicativi, da tarare in sede):
• ΔP ottimale medio target durante funzionamento: ~75–150 mm H₂O (3–6 in. w.c.) come range di lavoro per molti pulse-jet; se la ΔP sale drammaticamente il sistema richiede interventi (aumenta consumo fan e rischio di bypass). Regolare la frequenza di pulizia per mantenere ΔP medio nel range progettuale.
Registrare trend ΔP giornaliero aiuta a prevedere fine vita filtro e pianificare sostituzioni prima del fermo.

Durabilità e resistenza all’abrasione: media, coating e stadi protettivi
Polveri abrasive consumano i primi stadi filtranti. Strategie pratiche:
• Prefiltri in metallo o spunbond come primo strato per proteggere il media fine.
• Media con coating PTFE (membrana) che migliora il rilascio della polvere e la life-cycle; ottima scelta quando la polvere tende a depositarsi e incrostare.
• Uso di ciclonatura robusta per togliere la frazione più grossa prima di arrivare al media sensibile

Sicurezza: esplosioni, messa a terra e normativa
Quando i materiali raccolti sono combustibili (polveri metalliche leggere, legno, polveri organiche) è obbligatorio valutare rischio esplosione e adottare dispositivi antideflagranti: venting, suppressione, isolamento di processo, messa a terra e sistemi a prova di scintilla. Le normative NFPA e le linee OSHA sono riferimento per la progettazione e la gestione sicura dei dust collector. Non trattare un impianto che raccoglie polveri potenzialmente combustibili come se fosse “normale”: serve dust hazard analysis (DHA).

Aspetti pratici di layout e integrazione: fan, perdite di carico e reimmissione aria
• Portata e perdita di carico (static pressure): dimensionare il fan considerando la perdita su hood, condotti, preseparator e ΔP media del filtro da progetto. Un errore comune è sottovalutare la perdita dei condotti (curve, valvole) che riducono effettiva portata di cattura.
• Reimmissione vs scarico esterno: se si reimmette aria in reparto è obbligatorio un terminale HEPA certificato; molto impatti normativi e di salute pubblica — spesso è preferibile lo scarico controllato all’esterno via camino con monitoraggio delle emissioni.

Manutenzione: routine e verifiche periodiche (LEV & TExT)
Un impianto efficiente è anche ben mantenuto:
• Controlli giornalieri dal personale: ispezione hoods, rotazione valvole, livello polveri.
• Monitoraggio continuo ΔP + log per prevedere sostituzioni.
• Ispezioni e test periodici: in ambito LEV ricordati che una Thorough Examination & Test (TExT) va eseguita da persona competente almeno ogni 14 mesi (HSE/HSG258) e la documentazione conservata. Questo è anche un requisito legale in molte giurisdizioni per sistemi di captazione di polveri.

Checklist rapida per la scelta e il dimensionamento (operativa)
1. Classifica la polvere: granulometria / abrasività / umidità / combustibilità.
2. Decidi pre-separazione (cyclone) → stadio principale (baghouse o cartridge) → HEPA terminale?
3. Stima portata aria richiesta (m³/h) e scegli air-to-cloth conservativo; calcola area filtrante.
4. Seleziona media: materiale e coating in funzione di abrasione e umidità.
5. Progetta pulizia (pulse-jet per continuità) e aria compressa di supporto.
6. Predisponi monitoraggio ΔP e log operativo.
7. Valuta rischio esplosione e integra protezioni NFPA/OSHA se necessario.
8. Pianifica manutenzione e TExT LEV annuale/14 mesi.

FAQ
D: Posso usare solo HEPA come filtro principale per sabbiatura?
No: un HEPA come primo stadio si intaserebbe immediatamente. Prevedi sempre stadi di pre-separazione e filtri di protezione sul HEPA.
D: Qual è il valore ottimale di air-to-cloth per la sabbiatura?
Non esiste un singolo valore. Per baghouse in applicazioni con carico medio-alto si usano valori conservativi (area maggiore); la scelta precisa va fatta in funzione del carico massico e della modalità di pulizia. Usa le linee guida tecniche e fai un pilot sizing.
D: Quanto spesso sostituire i filtri?
Dipende ΔP, condizioni operative e abrasività. Monitorando la ΔP e i trend puoi sostituire prima che la prestazione cada sotto soglia (evidenza: se ΔP è costantemente superiore al range di progetto intervenire).

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