Analisi vibrazionale degli ugelli
Prevenire cedimenti e guasti in linea

LPS Sabbiature

Gli ugelli (nozzle) nelle macchine di sabbiatura e pallinatura lavorano in condizioni estreme: flussi abrasivi ad alta velocità, alte pressioni, impatti continui e abrasione diretta del materiale. Quando cominciano a usurarsi o a danneggiarsi, la qualità del processo cala, il consumo di abrasivo sale e, nei casi peggiori, può verificarsi un cedimento che ferma la linea. L’analisi vibrazionale applicata agli ugelli è una strategia concreta per trasformare questo punto debole in un parametro misurabile, utile per una manutenzione predittiva efficace.

Perché monitorare la vibrazione degli ugelli?



Gli ugelli deteriorati cambiano comportamento dinamico: aumento delle vibrazioni, variazioni del pattern acustico, fluttuazioni di pressione e alterazione del getto. Questi segnali spesso compaiono prima che il danno sia visibile o che la performance cada in modo irreversibile. Monitorare la vibrazione significa quindi:

rilevare l’usura in fase iniziale;

prevenire rotture improvvise e fermi macchina;

ottimizzare i tempi di sostituzione evitando sostituzioni premature;

raccogliere dati utili per analisi root cause e miglioramento processo.

La letteratura tecnica e progetti pilota mostrano che sensori adatti e analisi di spettro o di segnali impulsivi possono identificare la progressione dell’usura in diversi tipi di nozzle.

Principali modalità di guasto degli ugelli e segnali associati



Capire come falliscono gli ugelli aiuta a interpretare i segnali:

Erosione del foro (ingrandimento del diametro) → riduzione di back-thrust, aumento della variabilità del getto, modifiche nello spettro vibrazionale e del rumore.

Cavitazione / instabilità del getto → rumore acustico variabile e picchi ad alta frequenza.

Fessurazioni o cedimenti meccanici → comparsa di componenti spettrali armoniche o transitori impulsivi che possono propagarsi lungo la tubazione.

Intasamento parziale → fluttuazioni periodiche di pressione e vibrazioni irregolari.

Ognuno di questi fenomeni produce pattern diversi: l’analisi FFT mostra cambi nella distribuzione di energia in frequenza, mentre l’analisi nel dominio del tempo (RMS, crest factor) e l’acoustic emission possono cogliere transitori rapidi.


Che sensori e che dati servono (pratica industriale)



Per un sistema pratico ed economico si possono usare una combinazione di tecnologie:

Accelerometri (piezoelettrici o MEMS) montati su supporto vicino all’ugello o sulla boccola/porta-ugello per catturare vibrazioni strutturali. I sensori MEMS sono oggi una soluzione economica per installazioni multiple.


Microfoni o sensori acustici / acoustic emission per cogliere il “suono” del getto e dei colpi d’impatto sulle superfici interne, molto sensibili a microfessurazioni e instabilità di flusso.


Sensori di pressione e portata a monte e valle dell’ugello: le variazioni di pressione correlate con i segnali vibrazionali aumentano l’affidabilità della diagnosi.


DAQ (data acquisition) con sampling adeguato (per vibrazioni vanno bene 1–10 kHz per segnali strutturali e acoustic emission può richiedere sampling più alto) e capacità di memorizzare trend.


La scelta del posizionamento e del tipo di sensore è critica: per esempio, montare l’accelerometro sul portaugello o su una staffa rigida vicina riduce il rumore di fondo e migliora la correlazione tra segnale e usura effettiva.


Cosa analizzare: metriche e metodi



Le tecniche d’analisi più utili nel contesto degli ugelli sono:

Trend RMS e Peak: valore globale della vibrazione nel tempo; un aumento costante segnala degrado.

FFT / spettro di potenza: individua frequenze caratteristiche e la loro crescita; utile per distinguere instabilità di flusso da risonanze strutturali.

Envelope analysis / demodulazione: efficace per cogliere segnali impulsivi dovuti a impatti o spigoli che si verificano quando l’ugello si incrina.

Acoustic emission features: conta degli impulsi, energia degli eventi; particolarmente sensibile a microfessure.

Cross-correlation tra pressione/portata e vibrazione: conferma che la sorgente è il getto/ugello e non una macchina vicina.

Queste tecniche sono la base dei sistemi PdM moderni e sono ben supportate da tool software sia open-source sia commerciali.


Come si implementa un programma reale (passo-passo pratico)



Audit iniziale: mappa tipologie di ugelli, condizioni operative, punti accessibili per montaggio sensori e baseline di vibrazione.

Installazione pilota: monta 2–4 sensori su ugelli critici e acquisisci dati su almeno 2–4 settimane per catturare variabilità di processo (turni, cambi abrasivo).

Feature engineering: calcola RMS, picchi, bande di frequenza target, envelope e metriche AE; salva trend giornalieri.

Definizione soglie e alert: impostare alert tiered: warning (deviazione % rispetto baseline), alert (superamento soglia che richiede intervento), critical (fermo programmato).

Correlazione con ispezioni fisiche: ogni alert va seguito da ispezione: misurazione diametro ugello con gauge, controllo visivo e test di portata/pressione. Questo crea il dataset per affinare le soglie.

Automazione del workflow: integrazione con manutenzione (CMMS): ticket automatici con priorità e dati diagnostici.


Implementando così si ottiene una curva di apprendimento che riduce i falsi positivi e ottimizza i tempi di sostituzione. Progetti pilota industriali hanno dimostrato che dati vibrazionali + check flow/pressure aumentano precisione diagnostica rispetto a controlli singoli.

Integrazione con le tecniche tradizionali di controllo ugelli



L’analisi vibrazionale non sostituisce le verifiche consolidate: rimane buona pratica continuare a usare

Nozzle gauge per misurare l’apertura interna (controlli settimanali o su alert);

Controllo portata e pressione per monitorare efficienza;

Ispezione visiva per crepe o deformazioni.

La forza dell’approccio è la combinazione: vibrazione = early warning; gauge/flow = conferma e decisione operativa. Strumenti semplici (nozzle gauge) restano utilissimi per validare gli allarmi generati dall’analisi vibrazionale.


Limiti, falsi positivi e buone pratiche per evitarli

Rumore di fondo: macchine vicine o impatti strutturali possono generare segnali confondenti. Usare cross-correlation e montaggi multipli aiuta a isolare la sorgente.

Variazioni di processo: cambio abrasivo, pressione di esercizio e setup influenzano i segnali; per questo servono baseline multiple e normalizzazione per variabili operative.

Taratura delle soglie: impostare soglie troppo basse genera falsi allarmi; troppo alte fa perdere l’anticipo. La regola pratica è partire conservativi e tarare con dati reali dopo 2–3 mesi.

Manutenzione sensori: sensori sporchi, staffe loose o cavi danneggiati creano artefatti: prevedere ispezioni periodiche.

Con procedure corrette e verifica incrociata, l’analisi vibrazionale diventa uno strumento affidabile nel toolkit PdM


Rapido business case (valutazione semplificata)



Un approccio comune per decidere l’investimento:

stima ore/anno di fermo per guasti ugello (baseline) → valore perdita oraria;

costo sensori + DAQ + SW per pilota vs riduzione stimata dei fermi e maggior efficienza abrasivo;

calcolare payback su 12–24 mesi.

Spesso il punto di break-even è raggiungibile su reparti con elevato utilizzo o dove i pezzi/processi sono sensibili alla qualità superficiale (es. aerospace, automotive, refitting). L’esempio pratico e le metriche precise dipendono dai vostri numeri aziendali.

Checklist rapida per partire (operativa)



scegliere 2–4 ugelli critici per pilota;

montare accelerometri MEMS robusti e microfono/acoustic sensor;

acquisire 4 settimane di baseline coprendo tutte le condizioni operative;

sviluppare dashboard trend (RMS, band energy, AE counts);

definire flusso azioni: alert → ispezione gauge → decisione sostituzione.

FAQ

1. L’analisi vibrazionale funziona davvero sugli ugelli di sabbiatura?
Sì — studi e progetti pilota mostrano che segnali vibrazionali e acustici tendono a cambiare quando l’ugello comincia a usurarsi, permettendo diagnosi predittive quando combinati con misure di pressione/portata.


2. Quale sensore è più importante per un pilota?
Un accelerometro montato sul supporto del portaugello è la scelta più pratica per iniziare; combinarlo con un sensore di pressione e, se possibile, un microfono/acoustic sensor aumenta molto l’accuratezza.


3. Posso fare tutto in-house o serve un fornitore specialistico?
Si può partire in-house con sensori MEMS e software open-source per l’acquisizione; per scalare e per analisi avanzate è utile integrare competenze PdM specialistiche o soluzioni commerciali.


4. Quanto tempo serve per avere risultati affidabili?
Tipicamente 2–3 mesi di raccolta dati e taratura delle soglie sono necessari per ottenere una finestra diagnostica robusta e ridurre i falsi positivi.

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